giovedì 3 gennaio 2008

giugno '44, quindici giorni a M.Giano


Ormai la nostra carovana era alle ultime curve prima della scogliera che delimita" le prata" di monte Giano.
I caccia,sempre in cerca di prede, volavano ormai ininterrottamente sotto di noi e questo mi ridiede la sicurezza che da tanto tempo non sapevo più cosa fosse. Per tutti i ragazzi iniziò la vacanza . Essere lassù era una novità . Non eravamo soli, ci sentivamo più forti e facevamo il confronto tra le nostre nuove "case".
La nostra purtroppo non era che uno scoglio sporgente di difficile accesso ma era asciutta e il tempo era bello. I ragazzi più piccoli che non venivano utilizzati dai genitori cominciarono a cercarsi per giocare e esplorare la montagna. I grandi avevano qualche preoccupazione per le loro case abbandonate. Si cominciò a parlare di ritirata dei tedeschi, di vendette ,rappresaglie e morti. Oggi ne sappiamo qualcosa in più. Allora sentii parlare di brutti fatti accaduti al lago di Scandarello. I Tedeschi minarono via della Mantella e diversi ponti ad Antrodoco e Vignola.
Un giorno ci ritrovammo tutti sugli scogli dov'è ora la Chiesetta degli alpini a veder saltare in aria il ponte della Salaria che porta ad Ascoli, e il giorno dopo , a vedere volare in alto i ponti di Vignola (due ponti di circa sei arcate ciascuno). Ricordo nitidamente una rotaia volteggiare in aria come un'elica e poi dolcemente atterrare quasi sulla cima "dellu pacinu" . Ho scoperto che oggi è ancora là . Un cacciatore del luogo a cui nessuno gli aveva saputo spiegare il mistero di quella collocazione, lo ha saputo, dopo sessant'anni, ascoltando casualmente il mio racconto.

mercoledì 2 gennaio 2008

situazione intorno a noi ------- vedi link "liberazione?"

NEL RIFUGIO DI "Catena" le notizie le dava mio padre al ritorno dal paese. Mai notizie esaltanti: i Tedeschi erano pericolosi, i fascisti nervosi, i partigiani non si sapeva mai chi fossero e cosa aspettarsi da loro, e le autorità? Eravamo in regola con le provviste nascoste, nemmeno io sapevo dove,per affrontare il peggio?
Io certo pensavo molto di più agli aerei che diventavano sempre più numerosi e pattugliavano continuamente la nostra vallata. Ma sapevano quel che facevano? Quasi mai! Solo terrore per noi. Quante schegge di bombe avevano evitato di colpire la nostra bella cavalla al pascolo? Noi correvamo al riparo ma essa si limitava a tirare coppie di calci.
Una mattina mio padre tornò quasi trafelato dal solito salto a caccia di notizie.
Si va via , a Monte Giano su in alto, lontano dalla quota operativa massima degli aerei, in cerca di una grotta che ci potesse accogliere. A caccia di nascondigli per il grano e qualche chilo di legumi. Avevamo un vitellino quindi, non ricordo, ma avevamo anche il latte . Mia madre non la ricordo mai, mi chiedo spesso perché. Una risposta a pensar bene me la sono data. Ci garantiva una vita pressoché tranquilla, il mangiare non mancava. Quindi non faceva notizia.
Grandi preparativi per la partenza . Le vacche in fatto di strade nei boschi erano più pratiche di noi, il vitellino dietro alla madre. I due fratellini come sono saliti fin lassù nei pressi della pineta a forma di DUX e ormai nota in tutto il mondo per merito di" google earth"? Si, se un problema non esisteva l'aveva risolto,in silenzio, sempre mia madre.
Un piccolo problema me lo ha rammentato mio fratello Antonio, allora sei anni. La cavalla fu caricata con due bigonci dell'uva: in uno mio padre aveva infilato tra altre cose Antonio nell'altro il maialino. A metà strada il maialino perse la pazienza per la scomoda posizione e costrinse anche mio fratello a scendere. Entrambi continuarono a seguire la carovana senza problemi.