lunedì 25 maggio 2009

Le mie elementari nel 1943-44.

nel 1943 frequentavo la 4^ elementare, verso la metà di aprile cessarono le lezioni, non so perchè, forse non c'erano maestri , i nostri alpini ,di Antrodoco,Vignola, Rocca di corno erano in grecia, in albania e in Russia. Perchè alpini, alpini perchè il nostro( cioè quello dell'Aquila) è un distretto militare dove si reclutano gli alpini anche se siamo sugli appennini. Dicevo che la scuola terminò a metà aprile. Mio padre non era alle armi , chi aveva quattro figli piccoli non partiva.

A febbraio circa del 1942 arrivò la cartolina precetto a mio padre anche se un pò anzianotto (classe 1908) ma mia madre provvidenzialmente due mesi prima aveva fatto due gemelli così da due figli che eravamo diventammo quattro. La guerra divampava, io sapevo molto della guerra perchè mia madre spesso ricopriva un tavolo con i giornali che arrivavano in abbonamento al DOPOLAVORO RURALE che era nientaltro che la nostra bottega. Se non sbaglio erano il GIORNALE D'ITALIA e il MESSAGGERO ed io ero curioso, sapevo tutto sulle battaglie in Africa e delle nostre "gloriose avanzate" verso Alessandria D'Egitto. Erano i miei fumetti.

Ma la guerra evidentemente stava finendo male e arrivò l'8 settembre. La scuola non cominciò , arrivarono i Tedeschi a disturbarci anche di notte, arrivò l'autunno , il freddo , un disordinato borbardamento fatto da un mare di borbandieri il cui rumore assordante mi riempi di terrore. Quel rumore che mi era entrato nel sangue, nel cervello nello ossa e non sono riuscito a scacciarlo per tanti anni. Bombe un pò dovunque, una casa di campagna isolata è ancora là semicrollata e un contadino vi ha perso prima una gamba e all'ospedale di Rieti anche la vita. Ricordo che la gente diceva che non ritrovavano la gamba per seppellirla insieme al corpo. Questi sono i miei ricordi. Penso che sia andata proprio così. Ogni volta che oggi passo sulla ss 17 e vedo in lontananza quella casa ancora in piedi ma devastata penso al destino di quell'uomo.



La scuola come ho detto non cominciò, almeno per me sicuramente, abbandonammo la nostra casa dove c'era anche la scuola e dopo un tentativo di restare in una casa vicina: quella di "Dario Tedeschini" (per chi ha dimestichezza con i luoghi e le famiglie del tempo), ci rifuggiammo in un casaletto in località Catena dove si arrivava solo con i muli e nemmeno tanto bene. E là passammo l'inverno.
Ma a fine maggio del 1944, nel periodo della ritirata dei Tedeschi dovemmo di nuovo trasferirci molto più in alto dentro la grotta de lu "ciminero" . E di questo ho parlato in altri appunti lasciati su questo Blog. E la scuola? Stavo dimenticando, e anche allora chi pensava alla scuola?
Ero stato promosso in quinta come e perchè non lo so. Dopo l'8 settembre chi si preoccupata di certe cose.
Ma un giorno si è parlato di scuola fu quando mio padre ando alla nostra casa con una cavalla a prendere delle provviste e mi porto con sè. Dovrebbe essere stato verso la fine di gennaio del 1944.
Sulla porta della mia casa che ospitava anche l'unica aula della scuola vedemmo da lontano il maestro in attesa di improbabili alunni. Mio padre mi disse quello è il tuo maestro.
Non entrai rimasi a rispettosa distanza e il maestro su suggerimento di mio padre mi diede un tema da fare durante la mia permanenza nel nostro rifugio di Catena. Titolo :" La festa di San Benedetto" Quel tema che io feci e rifeci durante tutto l'inverno e che mio padre mi correggeva sempre avrà un seguito . Poi ne riparlerò.
Non vidi più il maestro e il maestro non vide mai il mio tema. Chi era il maestro, è ancora vivo ?Non lo so ma sò che mi promosse perchè mi aveva conosciuto, mi aveva data un tema anche se fuori della porta della scuola.

Mica tutto deve andare storto nella vita. E' successo anche questo. Ricordo bene? Si chè ricordo bene.!

2 commenti:

  1. Complimenti per la tua buona memoria. Dici che riparlerai del famoso tema. Scommetto che lo ricordi tutto, parola per parola?

    RispondiElimina
  2. Non ricordo cosa avevo scritto oltre le solite notizie sul santo. Ricordo che andando in prima media mi rimandarono in Italiano e...ginnastica.
    In Italiano perchè non avevo fantasia e quando si trattava di scrivere ero molto " DI POCHE PAROLE".
    In ginnastica perchè facevamo il salto in alto nel cortiletto del palazzo Barone (1° piano) con pavimento con alcune mattonelle di vetro su cui io, con i miei scarponi con i chiodi sotto la suola, scivolavo sistematicamente. Generalmente venivo da Vignola 6 + 6 km a piedi e quelle erano le mie scarpe. Torniamo a San Benedetto. Agli esami di riparazione il tema fu -"LA FESTA PIU' BELLA DEL TUO PAESE"
    Ovviamente per me era: "La festa di San Benedetto" anche se nessuno ci credette. Allora ricordavo quel tema a memoria perchè l'avevo fatto e rifatto per tutto l'inverno con la mia matita che si spuntava sempre. E fui promosso ancora una volta. Domenico

    RispondiElimina