domenica 16 maggio 2010

VITTIME INNOCENTI DELLA GUERRA DI "LIBERAZIONE"

Dalla lapide ora so che il fatto avvenne il 5 maggio del 1945.
Sette ragazzi, molti fanciulli, perirono dilaniati da un proiettile del cannone di un mezzo blindato abbandonato semidistrutto nel largo antistante la curva dove comincia la SS17 dell'Appenino abbruzzese.
Ero stato a scuola (1^ media), e dopo una sosta da zia Lidia che abitava alla Mantella vicino al fabbro Sabatino Fainelli , avevo ripreso la strada per Vignola (più di sei km.) . Attraversato il ponte sul Velino mi fermai a guardare diversi ragazzini che armeggiavano intorno ad un proiettile che non riuscivano a smontare. Volevano prendere la polvere ma non erano capaci e lo battevano con altri ferri. Non li conoscevo , erano la maggior parte più piccoli di me e io ero preoccupato della tanta strada che dovevo fare per andare a casa dove se arrivavo troppo tardi mi dovevo anche giustificare con mio padre. Continuai a camminare e vicino alla curva successiva (dove è ora la caserma della Guardia di Finanza) incontrai un ragazzo che conoscevo di vista . arrivava veloce a cavalcioni di un fascio di frasche messo su una carrozzella che aveva come ruote tre cuscinetti. Anche io ne avevo una e questo attirò la mia attenzione. Veloce com'era, data la pendenza della strada, arrivo in pochi secondi dove erano i ragazzi. Siccome era grandicello, più di me, appena arrivato prese subito l'iniziativa di risolvere il problema dello smontaggio del proiettile salendo sul muretto che delimitava la strada e sbattendolo di sotto. Fu una carneficina. Avevo capito che si era fermato per dare aiuto ai ragazzini più sprovveduti ma il resto si seppe il giorno dopo dai racconti di chi, chissà come, si era salvato.
Oggi posso fare qualche considerazione: era passato quasi un anno dalla ritirata dei Tedeschi e bombe e munizioni erano ancora disseminate in ogni dove tra l'indifferenza della gente e delle autorità. Sotto e a ridosso del muraglione che delimita la via della Mantella , tra le ultime case che si trovano uscendo dal centro e l'ex pastificio Mannetti, c'era una catasta enorme di bombe , simile ad una catasta di legna. E io pensavo:. ma quando le portano via?
Un minimo di buon senso me lo aveva inculcato un amico di famiglia: Domenico Valloni reduce dal fronte di Albania che quando ci vedeva smontare dei proiettili di fucile o di mitragliatrici per prendere la polvere e fare i nostri giochi ce li sequestrava e spesso li buttava dentro al forno acceso per cuocere il pane, per farli esplodere.
Diceva che anche se piccoli erano pericolosi e quindi io, di conseguenza, guardavo con sospetto quella catasta di bombe .di notevoli dimensioni.

2 commenti:

  1. Dalle mie ricerche ho scoperto che
    Pasqua 1945 fu il 1 Aprile.

    Il 5-5-45 era Sabato, e l'Ascensione sarebbe stata il 10 Maggio, quindi il Giovedì subito dopo.

    Se si fece la processione della discesa della Madonna delle Grotte una motivazione per recuperare la polvere potrebbe essere stata quella di farsi "i botti" per la festa. In dialetto "le scopparole"? che si compravano ai tempi miei su via Savelli vicino il bucio bacia femmina da . . . ."il fochista"? per circa trenta lire luno. Il tale poi qualche anno dopo perse un figlio quando esplose la polveriera in località, Cerdolimli? su in altezza, lontano dalla stradina per Casanella.
    Che ne pensi?


    Madonna delle Grotte Ascension day 1945 Giovedi

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  2. Sinceramente non lo so ma la tua ipotesi è più che plausibile.Allora si andava a caccia di tutto. Pensa che il camion dei Tedeschi che bruciò e esplose a Vignola dopo qualche ora dalla fine dell'incendio non c'era più. Fu smontato e portato via quasi tutto: non ci fu bisogno di rottamarlo. Tuttì approfittarono per recuperare qualcosa, Ad es: un mio omonimo di qualchwe anno più di me che faceva l'aiutante di un fabbro di via Cotilia procurò tanti fili di ferro adatti per fare chiodi. Le parti in rame furono adoperate anche per produrre in modo casareccio il solfato di rame per dare "l'acqua ramata " alle viti contro la peronospera ecc. ecc.

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